Venerdì 18 ottobre | 14.30-15.15
Piazza Borsa

Uno degli elementi di maggior rilievo del quadro di governance introdotto con il Patto di Stabilità e crescita riformato è il passaggio da un sistema di regole incentrato su obiettivi programmatici formulati in termini di saldo strutturale – e strettamente dipendente da variabili non osservabili e di incerta determinazione, quali il PIL potenziale e l’output gap – a un sistema basato su un indicatore espresso in termini di limite alla crescita annua di un aggregato di spesa netta. Questo aggregato di spesa netta è definito come la spesa complessiva delle amministrazioni pubbliche al netto delle spese per interessi, delle misure discrezionali dal lato delle entrate, della componente ciclica della spesa per sussidi di disoccupazione, della spesa per programmi interamente finanziati dall’UE, della spesa nazionale per il cofinanziamento di programmi finanziati dall’Unione, delle misure una tantum e delle altre misure temporanee. Questa significativa innovazione consentirà di adottare, quale unico strumento operativo di programmazione e di monitoraggio della finanza pubblica, un indicatore che, in linea di principio, dovrebbe essere più direttamente controllabile da parte degli amministratori pubblici e, in linea di massima, meno soggetto a incertezze e a sostanziali revisioni di stima. Per la statistica ufficiale la spesa netta rappresenta un nuovo “oggetto di attenzione” da comunicare e da monitorare.

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