Domenica 20 ottobre | 10.00-10.30
Piazza Borsa
Nato nel 1956 su ispirazione del Festival di Sanremo, l’Eurovision Song Contest ha sin dalla prima edizione raccontato l’Europa che cambia. Del resto, l’idea che stava alla base della sua nascita era proprio quella di rimettere insieme, attraverso la musica, l’intrattenimento e la televisione, i cocci di un continente dilaniato dalla guerra. Nel corso degli anni, l’Eurovision ha raccontato l’uso strumentale della musica da parte delle dittature, la fine di queste ultime e la transizione verso la democrazia, ma anche i sommovimenti sociali e politici, fino ai tanti conflitti sparsi per l’Europa. Un ruolo sociale e politico importante, certificato dal recente riconoscimento Changemaker Award come “catalizzatore del cambiamento sociale in un mondo frammentato, unendo i paesi d’Europa e oltre, nella loro ricerca di un sogno musicale”. L’Eurovision incarna lo spirito dei tempi e la società che cambia e si evolve, nel segno dei diritti, dell’uguaglianza e dell’inclusione. Anche per questo recentemente alcune tv nazionali hanno scelto di escludersi, non condividendone più i valori. Nel mezzo, ci sono i grandi Paesi occidentali, quelli che i valori dell’Eurovision li interiorizzano da sempre e che invece devono pensare soprattutto alla musica, per non lasciarsi sopraffare. Il titolo del libro, Unite Unite Europe, cita il coro di Insieme: 1992 con cui Toto Cutugno vinse l’Eurovision 1990.