“Le previsioni demografiche di qualche decennio fa si stanno realizzando puntualmente. Milioni di baby boomers stanno lasciando il mercato del lavoro per un lunghissimo pensionamento, come dipendenti ma anche come conduttori di mini-aziende famigliari che non sempre potranno contare su un passaggio di consegne generazionale. Le conseguenze economiche saranno strutturali per un Paese con un tasso di sostituzione ai minimi, con deboli flussi migratori e che nell’arco del prossimo mezzo secolo si ridurrà di oltre 11 milioni di abitanti. E saranno strutturali le conseguenze per il nostro modello di Welfare, chiamato a sostenere l’impennata della spesa previdenziale (la famosa “gobba pensionistica” che arriverà fino al 2050 con un peso sul Pil superiore al 16%), dovendo garantire nel contempo maggiori prestazioni socio-assistenziali, sanitarie e di cura per una popolazione sempre più anziana e longeva. La demografia del Paese cambierà volto molto velocemente negli anni a venire e solo una diffusa consapevolezza di questo “passaggio di stagione” può aiutare cittadini e decisori politici ad affrontarlo tentando soluzioni sostenibili per lo Stato, il mercato e le comunità”