Per rendere sostenibile l’invecchiamento della popolazione previsto nel prossimo quarto di secolo bisognerebbe aumentare di oltre il 40% il numero di posti letto nelle residenze per anziani e, contemporaneamente, far crescere del 70% la presenza di badanti per il lavoro domestico di cura. Questo nello scenario minimo, immaginando cioè di mantenere, da qui al 2045, la stessa offerta di posti letto in Rsa per mille abitanti anziani che abbiamo attualmente, vale a dire poco più di 18.
Se invece volessimo passare a un’offerta perlomeno allineata alla media Ocse (43,8 posti letto per mille anziani) allora dovremmo affrontare uno sforzo erculeo, passando dai 259mila posti attuali a oltre 610mila (+135%). La crisi sanitaria innescata dalla pandemia ha reso piuttosto evidente quanto sia vulnerabile la nostra rete di protezione per anziani non autosufficienti. Una debolezza destinata a moltiplicarsi se non si decide di intervenire subito su un’offerta di welfare di cui si parla poco ma che molto presto si rivelerà determinante per gestire la transizione demografica in atto.